lunedì 28 dicembre 2009


Ed eccoci di ritorno dopo 5 giorni on the road: Pennsylvania, Columbia, Maryland, Virginia, North Carolina, South Carolina, Delaware, con la formazione originaria della fam Spini (Mika, we missed you very much!). E così abbiamo completato anche il nostro excursus sulla storia della nascita degli Stati Uniti. Prima tappa: Philadelphia. Visita d’obbligo al centro storico con la visita ai luoghi in cui è stata scritta e combattuta la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione, e alla Liberty Bell, uno dei simboli della nazione. (vd foto) E poi potevamo andare via senza una corsa sui scalini che salgono verso il museo di arte moderna urlando “Adrianaaa” come nel film Rocky?!? Anche per smaltire la famossima Philly Cheese Steak!

E in serata abbiamo raggiunto Washington, con visita notturna al cittadino più illustre, Mr Obama, anche se solo all’esterno. Il giorno dopo di nuovo Casa Bianca con passeggiata tra neve e ghiaccio attraverso l’Ellipse e salita all’obelisco del Washington Monument da cui si gode una vista splendida a 360° della città, del Lincoln Memorial su un lato (quello del famosissimo film Forrest Gump) e del US Capitol dall’altro (la sede della Camera e del Senato). Prima di partire, una visita, rigorosamente dall’esterno, della sede dell’FBI, ma purtroppo nessun avvistamento di agenti speciali o spie internazionali… uffi!

NATALE!



E verso sera abbiamo raggiunto Myrtle Beach, sul mare, per festeggiare il Natale con una bella passeggiata sulla spiaggia. In realtà il tempo non è che sia stato proprio clemente, ma il fascino del mare deserto, con una pioggerella fine, e vie di negozi deserti è stato comunque un modo particolare di festeggiare il Natale. E poi abbiamo unito anche l’utile al dilettevole con una visita all’acquario, a giocare con le razze.
Ultimo stop prima del ritorno a casa: Virginia beach. E stavolta, con il sole e un bel caldo, la passeggiata in spiaggia è stata veramente piacevole! Abbiamo fatto il pieno di bel tempo, sperando di non trovare tormente di neve al ritorno in New Jersey!
E domani si parte per Cuba, ma intanto... grazie Maria, Giovanni e Mauro per l'avventura!!

martedì 15 dicembre 2009

A TOUCH OF ITALY (1)


Una settimana… 4 italiani… tutta Manhattan da scoprire (e riscoprire!). Quando una città ti entusiasma tanto come NY fa con noi, girarla e viverla con gli amici è la cosa più bella! Con Federico e Chiara siamo partiti alla grande: Times Square e Rockefeller Center prima ancora di disfare le valige! Eravamo quasi più emozionati noi di loro… Non che una città così abbia bisogno di presentazioni, ma dopo quasi due mesi la sentiamo un po’ come “nostra”, con la responsabilità di far vedere tutto il meglio in pochissimo tempo…
Siamo partiti con metodo, da sud a nord: ponte di Brooklyn, Ground Zero, Wall Street (con relativo hot dog tra i banchieri “giacca-e-cravatta”), Chinatown, Little Italy (sempre più little poveretta), Flatiron Building, le bellissime vetrine natalizie dei grandi magazzini Macy’s sulla 34 strada (ispirate al film “Miracolo sulla 34th strada”) e su su per la Broadway fino a tornare al centro del mondo: Times Square. E tutto questo SOLO il primo giorno!!
E poi Bryant Park - uno dei miei preferiti, con le bancarelle di Natale e la pista di pattinaggio su ghiaccio - la NY Public Library - un must per chiunque abbia visto Ghostbuster o The day after Tomorrow – la Grand Central Station, il Chrysler building e via via risalendo Lexington Ave fino all’unico momento triste della settimana… Dopo una camminata così chiedevamo solo un hot dog da quello che alcune guide nominano come il miglior posto di NY: Papaya King. Ebbene, signori, era CHIUSO! Credo che quando Fede leggerà questo post gli scenderà ancora una lacrima! Per dimenticare siamo finiti al Guggenheim e poi giretto a Central Park, tra laghetti e ponticelli, accompagnati dalle musiche dei Beatles (era l’anniversario della morte di John Lennon e alcuni fans si erano radunati nell’angolo di parco dedicato a lui.)

(2)


E ancora Apple Store, scivolate sulla tastiera gigante del negozio di giocattoli alla maniera del film Big, la Broadway, Harlem, MoMa, cena indiana, la 5th avenue, il mitico negozio degli M&M’s che ringraziamo per gli spuntini gratuiti, la Broadway, il Rockefeller center con il suo enorme albero di Natale, la Columbia University, i mercatini dell’antiquariato, la Broadway (ma quante caspita di volte siamo passati per quella via?? Apparentemente tutte le vie portano alla Broadway!!), Starbucks e il mitico Peppermint Mocha, il murale di Keith Haring, la messa gospel e, last but not least, una mitica cheese cake come cena finale.
Quindi: Grazie Federico & Chiara per la splendida settimana, Grazie Mauro e Mika per essere sempre dei perfetti padroni di casa e per i ramen più buoni di Manhattan e Grazie New York!!

domenica 6 dicembre 2009


3 giorni... 5 stati! Non male eh? New Jersey, New York, Connecticut, Rhode Island e Massachusetts... tutto per arrivare a Boston! A dire il vero abbiamo fatto qualche fermata e per fortuna! Abbiamo visto delle cittadine tipiche bellissime, sul mare, con un fascino tutto americano che la cosmopolita New York ha un po' perso. Prima tappa: Newport (RI). In estate è una cittadina piuttosto frequentata ma noi abbiamo avuto il privilegio di vederla quasi deserta, con yacht ormeggiati, sonnecchianti viette e ... gigantesche ville!! Credo che sia il posto dove i più ricchi dei ricchi si sono costruiti una casa delle vacanze, un' umile dimora da circa 20 camere da letto!! E non con una vista qualsiasi: direttamente sull'oceano! Una volta abbandonato questo paradiso ci siamo diretti verso Cape Cod, una lingua di terra che si protende verso il mare famosa per i suoi vecchi fari. Anche qui ci siamo fermati in riva all'oceano, a goderci il tramonto in una piccola cittadina, Chatham, con casette molto più piccole ma estremamente pittoresche. Sarà che in questo periodo, con le lucette di Natale che fanno risaltare ancor più il bianco delle case e delle staccionate, sembra tutto più magico! E poi Boston! Meravigliosa con la sua storia, il suo parco in centro città, il mare e ... Harvard! Camminare tra le mura di una delle più prestigiose università del mondo ti fa sentire subito più intelligente! Se poi, con la nostra fortuna stracciata, incontri il coach di canottaggio dell'università che si offre di farti entrare nella biblioteca (interdetta per chiunque non abbia il pass)e ti fa anche da guida... beh allora è il massimo! Voto per Boston: 9+! Al ritorno ci siamo fatti un'altra tappa in una cittadina veramente storica: Plymouth. L'importanza del paese sta nell'essere stato il punto d'attracco della nave che portava i primi Padri Pellegrini, la Mayflower, che poi fondarono le colonie americane. Anche qui oceano, addobbi natalizi e tipiche casette di provincia che non ci stancheremmo mai di fotografare!
Ed eccoci di ritorno nel New Jersey ma giusto per rendere questa giornata particolare... la prima neve!

domenica 29 novembre 2009

Thanksgiving & Black Friday


A quanto pare abbiamo davvero una fortuna sfacciata e siamo destinati a prendere parte ad almeno una festa nazionale per paese e ovviamente da un posto in prima fila! Questa settimana è toccato al Thanksgiving Day con la più tradizionale delle tradizionali parate: quella di Macy’s. Pur arrivando un po’ in ritardo siamo riusciti ad intrufolarci a Times Square e a vederla quasi tutta da un posto rialzato assolutamente perfetto!! Questi palloni giganteschi che volano sopra le teste di migliaia e migliaia di persone, bande e sbandieratori da ogni parte degli Stati Uniti, clown che lanciano coriandoli sulla folla, celebrità che sfilano su carri a tema… Un po’ l’equivalente del nostro carnevale senza le persone vestite in maschera ma con tanto ritmo ed entusiasmo in più. E i palloni… giganteschi davvero! Puffi, Hello Kitty, Shrek, in una carrellata che copre i cartoni di ieri e di oggi, accompagnati da artisti del calibro di Cindy Lauper, Gloria Gaynor e persino Andrea Bocelli!
Il giorno successivo ci siamo dati ad un altro evento annuale conosciuto in tutta America: il black Friday! Il giorno in cui, a quanto pare, l’America non dorme per farsi trovare davanti ai cancelli degli store più famosi a mezzanotte e quando si aprono i cancelli… si salvi chi può! Noi siamo andati in un mall vicino e ci siamo trovati alle 5 di mattina nel parcheggio con gente che tornava a casa dopo aver già finito di fare shopping! E le code fuori dai negozi… incredibile!
Due giorni nella cultura americana... Che il viaggio continui!

mercoledì 25 novembre 2009

25 novembre 2009


-1 a Thanksgiving!! ok... non siamo americani quindi per noi "giorno del ringraziamento" non è che significhi un granchè ma questa cosa della parata in centro a Manhattan, tacchino e co. ci sta prendendo un sacco! E poi: Paese che vai festa che trovi!! Intanto lo scorso fine settimana ci siamo dati ad un'altra tradizione americana: il brunch! Noi, Mauro e Mika (i nostri cognatini) in un mega ristorante a Columbus Circus con vista su Central Park, per un pasto a metà tra la colazione e il pranzo... Suona bene eh? E poi il resto della giornata per negozi, tra vetrine sempre più natalizie e addirittura qualche coro improvvisato per strada... Giornata perfetta e la compagnia... anche! Grazie!!

lunedì 23 novembre 2009


Questa settimana, oltre al classico full immersion nell'inglese, siamo andati anche alla scoperta del New Jersey partendo da una vecchia gloria: Atlantic City. Nella nostra mente questa città dei casinò doveva essere una sorta di copia di Las Vegas... Niente di più sbagliato! Ci siamo trovati a camminare in riva all'oceano, fiancheggiando negozi vecchio stile, circondati per lo più da comitive di anziani... Non il massimo, devo dirlo! Ma dopo aver perso i canonici 5 dollari alle slot machines ci siamo concessi un classico hamburger in una classica tavola calda con un classico jukebox che suonava Aretha Franklin e Elvis Presley e ci siamo sentiti magicamente trasportati dentro una puntata di Happy Days! Forse è questo il vero motivo per cui si viene ad Atlantic City (oltre che per perdere un po' di soldi): un mitico tuffo nel passato.

mercoledì 18 novembre 2009

17 Novembre


Dunque… Mi è stato fatto notare dai miei affezionati lettori che è da un po’ che non aggiorno il blog… Caspita se è vero!! Dopo aver lasciato il Giappone siamo tornati a casa… no, non la nostra ma quella dei nostri cognati preferiti nel New Jersey!! E’ indubbiamente piacevole, dopo 2 mesi a fare e disfare gli zaini ogni 3-4 giorni, fermarsi per un po’, riprendere quella che può considerarsi una routine, fare un po’ di vita casalinga. E poi c’è questa cittadina, qui vicino, a 20 minuti di autobus, che noi adoriamo e nella quale ci sentiamo a casa… Qualcuno c’ha persino scritto una canzone: “these vagabond shoes, are longing to stray, right through the very heart of it, New York, New York” (queste scarpe vagabonde continuano a vagare, dritte fino al suo vero cuore, New York, New York). Mai sentita?! Non avevamo realizzato quanto ci mancasse fino a quando non ci siamo trovati a passeggiare con un caffè Americano in mano, tra tombini fumanti e cantieri sempre aperti, lungo la via dei negozi che si apre su Central Park, senza bisogno della cartina geografica. Può sembrare incredibile ma per noi questa metropoli gigantesca è veramente sinonimo di casa, pace, strade e angoli familiari anche se non li abbiamo mai visti prima. Questa è inoltre la prima volta che la vediamo in inverno, con le piste di pattinaggio su ghiaccio che compaiono in ogni parco, oltre a quella più famosa del Rockefeller center, mercatini di Natale e addobbi ai negozi e quel freddo un po’ ventoso che fa così tanto New York! Con due mesi di tempo e avendo già visto le attrazioni principali le altre volte che ci siamo venuti, ci stiamo impegnando a “perderci” senza meta tra le vie di Manhattan, seguendo tutti gli itinerari più curiosi che troviamo nei libri e su internet, tipo quello che tocca i set dei film e telefilm più famosi ambientati qui o i consigli dell’ultimo libro che ci siamo comprati “Le 1001 migliori cose da fare a New York” (un pozzo d’idee!). In queste prime due settimane, a parte alcune commissioni per la famiglia (che fa tanto Corleone e co. – ih ih ih) abbiamo passato una favolosa giornata a Central Park, a guardarci attorno, con uno splendido sole a farci compagnia e centinaia di alberi rossi e gialli come sfondo, abbiamo fatto il tour della Public Library (molto più interessante di quanto sembri!), abbiamo passeggiato sulla famosa grata della metropolitana di Marilyn Monroe e ci siamo persi tra i negozi di arredamento di Soho (indovinate per la gioia di chi?!). Ora aspettiamo solo che i nostri cognatini siano un po’ più liberi dal lavoro per dividere con loro qualche passeggiata newyorkese!

domenica 1 novembre 2009


Ormai alla fine del viaggio in Giappone abbiamo apprezzato un sacco la meta successiva e il regalo fatto dai nostri cognatini preferiti: cena, notte e prima colazione in un hotel mega a Beppu (città famosa per gli onsen d’acqua termale). Dirò solo che dalle finestre che circondavano completamente la camera vedevamo il mare, che in terrazzo avevamo un onsen privato e che la cena è stata sublime… Giusto per farci invidiare un po’!
Ed eccoci al ritorno a Tokyo… non senza fare un altro paio di giorni a Kyoto ovviamente! Ormai è ufficiale: adoro questa città! E la mia perseveranza a girare, stradina dopo stradina, è stata premiata: ho visto e fotografato ben 2 geishe e 2 maiko!! Ora posso dire di aver visto il Giappone perbacco!!

Un giorno lo abbiamo passato anche a Miyajima, un’isoletta famosa soprattutto per il torii (ingresso del santuario scintoista) galleggiante.

E dalla città dei divertimenti a quella dal passato più doloroso: Hiroshima. Ogni angolo della città ricorda quel terribile giorno del 1945 con parchi commemorativi e targhe. E’ comunque una città molto carina e non solo perché inevitabilmente nuova, ma perché si trova tra due fiumi ed è quindi costellata di ponti e barchette. Abbiamo passato un giorno al Memorial Park, il parco commemorativo che è stato creato poco lontano dall’epicentro della bomba atomica e nel quale si trovano diversi monumenti. C’è anche un museo, enorme, molto curato e sconvolgente… Che ci siano Paesi che possiedono ancora la bomba atomica dopo aver visto cosa può fare è un pensiero che trova difficilmente pace in chi ha visitato Hiroshima, i suoi resti e la sua memoria.

31 Ottobre
La scoperta del Giappone continua… Dopo Kyoto abbiamo visitato Nara, un’altra ex-capitale storica, per una giornata. La cosa che forse ricorderemo di più sono le centinaia di cervi che popolano i parchi cittadini e che si avvicinano senza paura pur di avere un biscotto! Incredibile! Da noi per vederli per qualche secondo siamo costretti a passare per i boschi di notte, spegnere la macchina e … sperare. Dopo Nara è stata la volta di Osaka, una città indubbiamente molto più viva e movimentata ma che, da un certo punto di vista, mostra l’altra faccia del Giappone, quello “caciaro”, un po’ sporco, con barboni che girano per strada, vecchi grattaceli e parchi di divertimenti ormai chiusi. Nella guida leggiamo che dopo l’ascesa di Tokyo anche come porto, Osaka è stata un po’ abbandonata dalle grandi multinazionali e dalle grandi imprese… E’ un senso di abbandono che un po’ si respira anche per strada. L’esperienza comunque più mistica che si possa fare qui è quella culinaria e noi non potevamo farci mancare un okonomyaki (frittata con verdure e ingredienti a scelta come granchio o maiale) nel posto in cui lo hanno inventato! Come direbbe Giulio “spe-cia-le!”.

sabato 24 ottobre 2009


23 Ottobre
Kyoto…mon amour! 5 giorni f-a-n-t-a-s-t-i-c-i!!! Una città bellissima che sintetizza completamente la mia idea di Giappone: templi, giardini, arte zen e shopping. Camminare per le strade di Kyoto rivela continue sorprese: l’entrata di una casa, una classica ryokan tra un hotel moderno e una pizzeria, e sale da the da cui escono signore in kimono. L’artigianato locale è tra i più belli che abbia mai visto, anche se purtroppo il prezzo non aiuta! Abbiamo cercato di vedere quanto più possibile e non potevamo non partire da Gion, il quartiere delle geishe . Purtroppo non ne ho visto neanche una ma girare tra le vie del quartiere, con una storia così densa… è stata un’emozione forte comunque! Poi Higashiama, un altro quartiere ricco di storia, con parchi e laghetti pieni di carpe e vie costeggiate da vecchie case di legno, negozi tradizionali e sale da the. Tutto è così pittoresco e magico che è veramente difficile dire quale zona sia più bella dell’altra… e poi mi è venuta una gran voglia di rifare il giardino appena arrivo a casa!!!
E poi, visto che siamo un bel po’ fortunati, ci siamo goduti anche 2 feste tradizionali che si sono svolte il 22: il Jidai Matsuri Festival e Kurama no Hi-Matsuri. La prima si svolge lungo il centro di Kyoto ed è una sfilata con tantissimi partecipanti vestiti in abiti d’epoca e divisi per categoria e periodo storico (Samurai, Armata Reale, Shogun, etc). La data commemora il giorno in cui l’imperatore Kammu (1200 anni fa) decise di trasferire la capitale a Kyoto. Sapendo gran poco della storia del Paese non abbiamo colto tutto, ma i vestiti, i cavalli, le carrozze e la tonnellata di gente corsa in città per vederla ci hanno entusiasmato non poco! E poi quando vedi che le nonnine che non parlano neanche inglese cercano comunque, tra una caramella e l’altra che ti mettono in mano, di spiegarti le differenze dei costumi che sfilano, non puoi non farti coinvolgere!! L’altra festa si svolge invece a Kurama, un’ora circa da Kyoto, di sera ed è la festa del fuoco. Non abbiamo potuto rimanere fino alla fine e non abbiamo capito molto perché qualunque cartello o spiegazione ci veniva data in giapponese, ma il clima di eccitazione della gente e la suggestione del fuoco sono state comunque coinvolgenti. Il tutto si svolge per le vie della città dove vengono accesi dei falò e dove vengono portate in “processione” delle fiaccole, quelle piccole da bambini e quelle grandi da 3-4 adulti. Al centro viene allestita una grande palizzata su cui vengono posate delle fiaccole giganti. Il climax si raggiunge verso le 22 quando un altro gruppo di cittadini, cantando al ritmo dei tamburi, incontra i “portatori di fiaccole” e insieme fanno iniziare la processione verso il tempio della città. Indubbiamente pittoresco ed è stata veramente una gran fortuna assistere ad entrambi!!

domenica 18 ottobre 2009


18 Ottobre
Umm… vediamo di aggiornare i nostri primi giorni a Tokyo! Il nostro primo incontro con il Giappone ha un che di magico: dall’aereo, durante l’atterraggio, ci appare di fianco il monte Fuji, immerso nelle nuvole e con una splendida alba alle sue spalle… Un peccato non avere una macchinetta fotografica a portata di mano! E poi Tokyo! Un mix di grattaceli, insegne luminose e ragazzine vestite come bambole, ma anche grandi, curatissimi parchi e signore che passeggiano in kimono. Veramente prima di scoprire Tokyo, scopriamo la famiglia Ishitani!! Oto-san e Oka-san sono di una simpatia incredibile e le nostre conversazioni in giappo-ingle-italiano sarebbero da registrare. Tra dizionari e traduttori non sempre ci capiamo ma finiamo sempre con un coro di daijobu (ok) e arigatō gozaimasu (grazie) e una risata.
Questi primi giorni sono stati piuttosto frenetici, correndo da un quartiere all’altro, per cercare di vedere quanto più possibile, e cercando di capirci qualcosa delle insegne o dei menu che non sono quasi mai scritti in caratteri “occidentali”… Per fortuna sono tutti veramente gentili e cercano di aiutarti in ogni modo anche senza conoscere l’inglese (e ne abbiamo trovati gran pochi che parlano inglese!!). Abbiamo visto pochi templi e un solo museo (lasciamo la parte storica a Kyoto) ma ci siamo fatti grandi passeggiate per i parchi (così curati da sembrare finti) e per le vie dello shopping: Ginza, il quartiere elegante, Akihabara, la città dell’elettronica, Shibuya, popolata da giovani e giovanissimi, Shinjuku, con annesso Kabukichō, cioè il quartiere a luci rosse, ed il Tsukiji Fish Market, uno dei mercati del pesce più grandi del mondo.
Menzione a parte meritano i bagni di Tokyo: il non-plus ultra della tecnologia….dovunque! immaginate un water con almeno 15 bottoni, uno per ogni funzione: alzare\abbassare la tavoletta, tirare l’acqua, spruzzare il deodorante per ambienti, fare il bidet (…parziale\totale) con relativo getto d’aria per asciugarsi ovviamente! E per i più timidi anche un simulatore sonoro dello getto d’acqua, con varie intensità di volume…. Incredibili e assolutamente da esportare!!

sabato 10 ottobre 2009


10 ottobre
Dopo una bellissima traversata di 6 ore sul Mekong e 2 ore di strada sterrata arriviamo finalmente a Hongsa, un paesino rurale, senza lampioni, senza strade asfaltate, dove nessuno parla inglese ma la mecca degli elefanti. In realtà scopriamo poi che qui gli elefanti vengono usati soprattutto per lavorare, e duramente, tanto che delle organizzazioni internazionali si sono attivate per spiegare agli abitanti come trattare questi enormi ma delicati animali. Il giorno seguente riusciamo comunque a fare un giro con un elefante e persino a “portarlo”, seduti sul collo. Certo che mantenere l’equilibrio e indicare loro la direzione in cui girare toccando l’orecchio è piuttosto difficile, infatti non abbiamo resistito a lungo! Sono comunque degli animali di una dolcezza impressionante e con un loro carattere ben definito.
Ma 2 giorni qui sono sufficienti e ripartiamo alla volta del confine thailandese. Tutta un’avventura di due giorni che ci hanno portato finalmente ad Ayutthaya! E fra 2 giorni si riparte…. Japan!

6 ottobre
Stiamo per partire lungo il Mekong per la nostra prossima destinazione: Hongsa. Questi ultimi giorni a Luang Prabang sono stati magici e fermarci qui ben 6 giorni è stata una scelta azzeccata! Le preparazioni a cui abbiamo assistito, il clima di festa che si impadroniva della città, i fiori e le barche che a poco a poco prendevano forma… per una delle feste buddhiste più importanti: Awk Phansaa(la fine della quaresima buddhista). Ogni wat ha costruito la propria con bamboo e carta colorata alla quale poi vengono aggiunte candele e fiori intrecciati. Gli ultimi 2 giorni abbiamo visto anche vie intere organizzarsi per costruire la propria, una più bella e particolare dell’altra. Era strano camminare per le vie in questo continuo clima di festa, birre in compagnia, petardi e soprattutto colori. E poi domenica il culmine della festa che era iniziata 3 giorni prima… prima tutte le barche hanno sfilato per la via principale della città, illuminate solo dalle centinaia di candele poste su di esse. A precedere ogni barca donne e uomini in vestiti tipici, ognuna con la propria lampada colorata in mano e poi tutto un corteo di bambini, tamburi, canti, flash fotografici e perfino un mangiatore di fuoco… Uno spettacolo! E chi non aveva una barca a cui affidare le preghiere per farle arrivare a Buddha, comprava corone di fiori intrecciati con candele e incenso da far navigare lungo il Mekong. Anche io e Giulio abbiamo preso la nostra e dentro ci abbiamo messo, simbolicamente, il nostro futuro e un pensiero per le persone più care. Seduti in riva al Mekong siamo rimasti ore a guardare il rituale dell’accensione delle ghirlande e i bimbi che si spingevano dentro l’acqua, al buoi, per mandarle il più possibile al largo. Tutte quelle lucette, nell’imponente Mekong, accompagnate da fuochi d’artificio su entrambe le sponde, e musica, in un misto tra sacro e profano a cui poi si sono aggiunte anche le grandi barche. Una serata veramente unica!

domenica 4 ottobre 2009


4 ottobre
Ieri giornata scooter! Ci siamo fatti tutto il giorno tra la provincia di Luang Prabang, da una cascata all’altra! Prima siamo andati a Tat Sae, dove l’idea era anche fare un giro con l’elefante. Al termine di una strada sterrata ci aspettava la barchetta che ci avrebbe fatto attraversare il Mekong (l’unico modo per arrivare alle cascate) e dopo una piccola salita elefanti e cascate! Alla fine il giro non l’abbiamo fatto perché il nostro incontro con gli elefanti è stato più suggestivo da terra… Eravamo a mollo nell’acqua azzurrissima delle cascate quando sono arrivati 2 elefanti, montati dai turisti. Si sono avvicinati, si sono fatti accarezzare e fotografare e hanno cercato tra le nostre cose qualcosa da mangiare! La cosa si è ripetuta altre 3-4 volte e ogni volta la nostra confidenza aumentava… bellissimo! Da lì ci siamo diretti verso un’altra cascata, Tat Kuang Si, enorme e che crea balzi e piccoli laghetti lungo le pendici di una collina, sempre di acqua turchese freschissima. Alcune di queste pozze permettono anche di nuotare o di lanciarsi con una corda (vero Giulio?!). La strada per arrivarci è molto più scenografica della prima e passa attraverso risaie e villaggi ancora incontaminati dal turismo di massa.

2 ottobre
La traversata in bus dalla Cambogia al Laos, passando per la Thailandia (24 ore) non si è rivelata poi così drammatica! Ciò che non ti dicono mai quando prenoti sono il numero infinito di stop che il bus fa, per fare rifornimento, per mangiare, per controllare una gomma o anche solo per fumare una sigaretta! Facciamo tappa a Bangkok per un paio d’ore, proprio nella via nella quale avevamo prenotato le nostre prime notti tailandesi e la cosa mi fa piacere… è come ritrovare un luogo conosciuto dopo tante novità viste. L’arrivo a Vientiane è un altro shock: ancora più tranquilla di Phnom Penh, niente tuk tuk a darci la caccia, niente ressa e ovunque un punteggiare di abiti arancio dei bonzi che camminano svelti per strada per raggiungere il loro wat. Al primo giro in centro ci accorgiamo che pur nella sua tranquillità la città è in fermento per una regata che si svolgerà di lì a qualche giorno sulle sponde del Mekong. Il lungofiume è tutto riempito di bancarelle di cibo, giochi per bambini, vestiti: un misto tra il nostro mercato settimanale e la sagra di paese.
Dopo un paio di giorni, visti i musei principali, partiamo alla volta di Luang Prabang, antica capitale del Laos e patrimonio mondiale dell’umanità. La descrizione che avevamo letto era molto promettente e le aspettative non sono state deluse. Una cittadina splendida, conservata magnificamente, che si sviluppa tra il Mekong e il Nam Khan, con ben 32 wat. La sera il centro chiude al traffico e si riempie completamente di bancarelle per quello che credo sia uno dei più bei mercati notturni che abbiamo mai visto! Si va dai tessuti, agli argenti, alle marionette, alle lampade, in un mix di colori molto suggestivo.
La mattina sveglia presto per vedere la cerimonia di offerta del cibo ai monaci che si svolge all’alba per le vie della città. Il fatto di non essere buddista ci toglie parte della gioia che deriva dalla comprensione di quello di si vede, sia in un tempio sia in una cerimonia come questa. Dovremmo sicuramente rivederla prima di andare via!

martedì 29 settembre 2009


26 settembre
Siem Reap, tranquilla e decisamente turistica cittadina, adagiata tra le sponde del fiume omonimo, la culla della civiltà Khmer. Una tappa obbligata per chiunque voglia visitare la Cambogia. Qui infatti ci sono i templi di Angkor che da soli valgono l’intero viaggio e non solo per la loro maestosità e raffinatezza, ma perché ci ricordano la potenza della natura. Lasciate in balie di se stesse e abbandonate per decenni queste rovine hanno ceduto al peso della giungla che in alcuni evidenti casi ne ha modificato o distrutto parte della struttura creando qualcosa di unico ed estremamente affascinante.
E poi, anche qui, la gente… Le tristemente numerose vittime delle mine antiuomo di cui il territorio circostante è pieno e decine di bambini, il tutto in un vero e proprio mare di tuk tuk. E anche qui ci fermiamo a parlare con la gente per capirne un po’ di più di questa Cambogia. Due ragazzi che fanno i volontari in un centro per bambini orfani e senza casa ci raccontano perché è una piaga così dilagante e quanto influiscono matrimoni frettolosi che naufragano dopo qualche mese e abuso di alcool e droga da parte dei genitori, oltre all’onnipresente piaga dell’AIDS. E poi il sistema scolastico, a pagamento, l’economia (il 90% dei cambogiani vive di agricoltura e cerca di provvedere da solo alla produzione di ciò che consuma) e delle difficoltà per trovare un posto di lavoro. Uno dei due fa il volontario in ospedale e, da brava infermiera, non resisto e gli chiedo com’è. “I medici ci sono ma la gente non ha i soldi per pagarsi il letto, le medicine, i prelievi…Tanti pagano un po’ di più il medico di turno per fare l’operazione il prima possibile, ancora prima di avere una diagnosi certa e poi tornano a casa il giorno dopo… di corsa, perché non hanno soldi”. Li lasciamo con il sogno di diventare l’uno medico e l’altro avvocato e speriamo con tutto il cuore che ci riescano! Poi facciamo due chiacchere anche con un autista di tuk tuk, anche lui figlio di contadini, che ci racconta delle stanze prese in affitto a cifre piuttosto alte se paragonate con il loro stipendio dai ragazzi che vivono troppo lontano per far ritorno a casa ogni sera, che ci sono giorni in cui non si guadagna nulla e che i lavori che darebbero uno stipendio sicuro, come hotel o negozi, vengono affidati ai parenti di chi vi lavora già, creando un circolo chiuso. Lasciamo anche lui con un augurio: aspetta il terzo figlio e il nostro “good luck” lo fa sorridere. Ma i veri protagonisti sono i bambini e non è difficile trovarne uno che parli discretamente inglese con cui fare 2 chiacchere… Il “nostro” bimbo si avvicina chiedendoci di comprargli un libro e lì iniziamo a fargli qualche domanda. Mamma e papà sono a casa, a lavorare e lui vende i libri per la scuola. Gli chiediamo perché non tenti maggior fortuna ad Angkor, dove si riversano tutti i turisti e lui ci racconta che la polizia chiede un “pedaggio” ai bambini per poter vendere braccialetti, cartoline o libri e lui non se lo può permettere. Insieme ai politici la polizia rappresenta il ceto alto della società cambogiana. Ci dispiace non parlare anche con qualche anziano ma la lingua è una barriera insormontabile e non troviamo chi ci fa da interprete. Non importa…abbiamo saputo abbastanza. Di sera saltano fuori altri bambini, quelli che non riescono a procurarsi cartoline da vendere e cercano di racimolare qualcosa girando la città in bicicletta e raccogliendo lattine e bottiglie di plastica vuote dai cassonetti da rivendere. Noi torniamo verso l’ostello, con un misto di tristezza e rabbia, ma cercando di regalare quanti più sorrisi ed “hello” possibili…

martedì 22 settembre 2009

22 settembre


Alla fine Phnom Penh non si rivela che una capitale… anche se inspiegabilmente tranquilla. Il palazzo reale e la pagoda d’argento tolgono il fiato, ma la cosa senza dubbio più sconvolgente è Tuol Sleng, museo dedicato al genocidio di Pol Pot. Gli anni del regime sono ancora una ferita tristemente aperta nel cuore dei cambogiani, soprattutto perché i colpevoli non sono ancora stati puniti.
Da Phnom Penh ci dirigiamo verso Kampot, una tranquilla cittadina sul fiume che la guida nomina per i suoi edifici coloniali. Quello che ci colpisce appena arriviamo è la mancanza di luce per le strade: un salto indietro di 40 anni confermato, il giorno seguente, dalle mucche per strada, i bambini scalzi che giocano e cani ovunque. In realtà non ci siamo proprio soffermati sugli edifici coloniali perché la gente è senza dubbio l’attrattiva principale. Il posto non è molto turistico quindi il nostro passaggio lungo le vie o sul lungofiume attira gli sguardi di tutti e siamo seguiti da un coro di “hello” dei bambini e da decine di sorrisi. Un paradiso sia di giorno, senza traffico e senza l’insistenza degli autisti di tuc tuc, sia di notte, con la via lattea sopra le nostre teste e un coro di grilli insuperabile.
L’esperienza più bella della loro ospitalità l’abbiamo quando, dopo un giro in motorino, ci ritroviamo con 5 bambini che ci fanno da guida in un luogo sacro scolpito nella roccia, Phnom Chnouk Cave, e quando è ora di ripartire veniamo invitati a casa di uno di loro per mangiare del cocco fresco. E che sia fresco non c’è dubbio visto che il bambino si arrampica sulla palma per prenderli! Viene coinvolta tutta la famiglia in una gara di ospitalità che ci fa venire le lacrime agli occhi…
La gente, i loro occhi e i loro sorrisi, e i colori, il verde delle risaie che nessuna foto riesce a riprodurre… questo vogliamo portare via dalla Cambogia! E ci manca ancora il nord.

mercoledì 16 settembre 2009

Bangkok


Ed eccoci a Bangkok, crocevia e passaggio obbligato per tutto il sud est asiatico. Il suo nome dovrebbe significare “città degli angeli” ma la verità è che sembra più una Las Vegas congestionata dal traffico.
Abbiamo fatto comunque amicizia con alcuni ragazzi che come noi sono sul bus diretto al centro città e cercato poi un hotel insieme, anche se poi le nostre strade si sono divise… il destino di ogni amicizia nata nel difficile momento della conoscenza con un’altra cultura e destinata ad esaurirsi, lasciandoci comunque un ricordo … L’incontro con Bangkok è in parte sconvolgente ma forse perché è passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo viaggiato. I colori e gli odori caratterizzano i luoghi e noi ci mettiamo sempre un po’ a liberarci di quelli italiani per assuefarci a quelli di un altro posto. Un’altra cosa da imparare da questo viaggio!
Resoconto di Bangkok: il palazzo Reale e i due Buddha più famosi (di smeraldo e disteso) levano il fiato ma l’insistenza della gente, il traffico, l’inquinamento dei fiumi altrettanto!

lunedì 3 agosto 2009




La nostra partenza si avvicina a grandi passi... Si programmano le feste e le cene con amici e parenti... si comprano le ultime cose... si leggono febbrilmente le guide dei primi stati che visiteremo... La pre-partenza ha sempre un fascino particolare! e non mi resta che dire: -40 giorni all'alba!

martedì 17 marzo 2009

Ciao! sono Barbara e con Giulio sto per partire per un'avventura fantastica.... Dopo aver visitato Perù, Ecuador, parte degli USA, Australia e VietNam stiamo per partire per il giro del mondo!!! Non vedo l'ora! Ormai manca solo il bilgietto :))
 
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