domenica 29 novembre 2009

Thanksgiving & Black Friday


A quanto pare abbiamo davvero una fortuna sfacciata e siamo destinati a prendere parte ad almeno una festa nazionale per paese e ovviamente da un posto in prima fila! Questa settimana è toccato al Thanksgiving Day con la più tradizionale delle tradizionali parate: quella di Macy’s. Pur arrivando un po’ in ritardo siamo riusciti ad intrufolarci a Times Square e a vederla quasi tutta da un posto rialzato assolutamente perfetto!! Questi palloni giganteschi che volano sopra le teste di migliaia e migliaia di persone, bande e sbandieratori da ogni parte degli Stati Uniti, clown che lanciano coriandoli sulla folla, celebrità che sfilano su carri a tema… Un po’ l’equivalente del nostro carnevale senza le persone vestite in maschera ma con tanto ritmo ed entusiasmo in più. E i palloni… giganteschi davvero! Puffi, Hello Kitty, Shrek, in una carrellata che copre i cartoni di ieri e di oggi, accompagnati da artisti del calibro di Cindy Lauper, Gloria Gaynor e persino Andrea Bocelli!
Il giorno successivo ci siamo dati ad un altro evento annuale conosciuto in tutta America: il black Friday! Il giorno in cui, a quanto pare, l’America non dorme per farsi trovare davanti ai cancelli degli store più famosi a mezzanotte e quando si aprono i cancelli… si salvi chi può! Noi siamo andati in un mall vicino e ci siamo trovati alle 5 di mattina nel parcheggio con gente che tornava a casa dopo aver già finito di fare shopping! E le code fuori dai negozi… incredibile!
Due giorni nella cultura americana... Che il viaggio continui!

mercoledì 25 novembre 2009

25 novembre 2009


-1 a Thanksgiving!! ok... non siamo americani quindi per noi "giorno del ringraziamento" non è che significhi un granchè ma questa cosa della parata in centro a Manhattan, tacchino e co. ci sta prendendo un sacco! E poi: Paese che vai festa che trovi!! Intanto lo scorso fine settimana ci siamo dati ad un'altra tradizione americana: il brunch! Noi, Mauro e Mika (i nostri cognatini) in un mega ristorante a Columbus Circus con vista su Central Park, per un pasto a metà tra la colazione e il pranzo... Suona bene eh? E poi il resto della giornata per negozi, tra vetrine sempre più natalizie e addirittura qualche coro improvvisato per strada... Giornata perfetta e la compagnia... anche! Grazie!!

lunedì 23 novembre 2009


Questa settimana, oltre al classico full immersion nell'inglese, siamo andati anche alla scoperta del New Jersey partendo da una vecchia gloria: Atlantic City. Nella nostra mente questa città dei casinò doveva essere una sorta di copia di Las Vegas... Niente di più sbagliato! Ci siamo trovati a camminare in riva all'oceano, fiancheggiando negozi vecchio stile, circondati per lo più da comitive di anziani... Non il massimo, devo dirlo! Ma dopo aver perso i canonici 5 dollari alle slot machines ci siamo concessi un classico hamburger in una classica tavola calda con un classico jukebox che suonava Aretha Franklin e Elvis Presley e ci siamo sentiti magicamente trasportati dentro una puntata di Happy Days! Forse è questo il vero motivo per cui si viene ad Atlantic City (oltre che per perdere un po' di soldi): un mitico tuffo nel passato.

mercoledì 18 novembre 2009

17 Novembre


Dunque… Mi è stato fatto notare dai miei affezionati lettori che è da un po’ che non aggiorno il blog… Caspita se è vero!! Dopo aver lasciato il Giappone siamo tornati a casa… no, non la nostra ma quella dei nostri cognati preferiti nel New Jersey!! E’ indubbiamente piacevole, dopo 2 mesi a fare e disfare gli zaini ogni 3-4 giorni, fermarsi per un po’, riprendere quella che può considerarsi una routine, fare un po’ di vita casalinga. E poi c’è questa cittadina, qui vicino, a 20 minuti di autobus, che noi adoriamo e nella quale ci sentiamo a casa… Qualcuno c’ha persino scritto una canzone: “these vagabond shoes, are longing to stray, right through the very heart of it, New York, New York” (queste scarpe vagabonde continuano a vagare, dritte fino al suo vero cuore, New York, New York). Mai sentita?! Non avevamo realizzato quanto ci mancasse fino a quando non ci siamo trovati a passeggiare con un caffè Americano in mano, tra tombini fumanti e cantieri sempre aperti, lungo la via dei negozi che si apre su Central Park, senza bisogno della cartina geografica. Può sembrare incredibile ma per noi questa metropoli gigantesca è veramente sinonimo di casa, pace, strade e angoli familiari anche se non li abbiamo mai visti prima. Questa è inoltre la prima volta che la vediamo in inverno, con le piste di pattinaggio su ghiaccio che compaiono in ogni parco, oltre a quella più famosa del Rockefeller center, mercatini di Natale e addobbi ai negozi e quel freddo un po’ ventoso che fa così tanto New York! Con due mesi di tempo e avendo già visto le attrazioni principali le altre volte che ci siamo venuti, ci stiamo impegnando a “perderci” senza meta tra le vie di Manhattan, seguendo tutti gli itinerari più curiosi che troviamo nei libri e su internet, tipo quello che tocca i set dei film e telefilm più famosi ambientati qui o i consigli dell’ultimo libro che ci siamo comprati “Le 1001 migliori cose da fare a New York” (un pozzo d’idee!). In queste prime due settimane, a parte alcune commissioni per la famiglia (che fa tanto Corleone e co. – ih ih ih) abbiamo passato una favolosa giornata a Central Park, a guardarci attorno, con uno splendido sole a farci compagnia e centinaia di alberi rossi e gialli come sfondo, abbiamo fatto il tour della Public Library (molto più interessante di quanto sembri!), abbiamo passeggiato sulla famosa grata della metropolitana di Marilyn Monroe e ci siamo persi tra i negozi di arredamento di Soho (indovinate per la gioia di chi?!). Ora aspettiamo solo che i nostri cognatini siano un po’ più liberi dal lavoro per dividere con loro qualche passeggiata newyorkese!

domenica 1 novembre 2009


Ormai alla fine del viaggio in Giappone abbiamo apprezzato un sacco la meta successiva e il regalo fatto dai nostri cognatini preferiti: cena, notte e prima colazione in un hotel mega a Beppu (città famosa per gli onsen d’acqua termale). Dirò solo che dalle finestre che circondavano completamente la camera vedevamo il mare, che in terrazzo avevamo un onsen privato e che la cena è stata sublime… Giusto per farci invidiare un po’!
Ed eccoci al ritorno a Tokyo… non senza fare un altro paio di giorni a Kyoto ovviamente! Ormai è ufficiale: adoro questa città! E la mia perseveranza a girare, stradina dopo stradina, è stata premiata: ho visto e fotografato ben 2 geishe e 2 maiko!! Ora posso dire di aver visto il Giappone perbacco!!

Un giorno lo abbiamo passato anche a Miyajima, un’isoletta famosa soprattutto per il torii (ingresso del santuario scintoista) galleggiante.

E dalla città dei divertimenti a quella dal passato più doloroso: Hiroshima. Ogni angolo della città ricorda quel terribile giorno del 1945 con parchi commemorativi e targhe. E’ comunque una città molto carina e non solo perché inevitabilmente nuova, ma perché si trova tra due fiumi ed è quindi costellata di ponti e barchette. Abbiamo passato un giorno al Memorial Park, il parco commemorativo che è stato creato poco lontano dall’epicentro della bomba atomica e nel quale si trovano diversi monumenti. C’è anche un museo, enorme, molto curato e sconvolgente… Che ci siano Paesi che possiedono ancora la bomba atomica dopo aver visto cosa può fare è un pensiero che trova difficilmente pace in chi ha visitato Hiroshima, i suoi resti e la sua memoria.

31 Ottobre
La scoperta del Giappone continua… Dopo Kyoto abbiamo visitato Nara, un’altra ex-capitale storica, per una giornata. La cosa che forse ricorderemo di più sono le centinaia di cervi che popolano i parchi cittadini e che si avvicinano senza paura pur di avere un biscotto! Incredibile! Da noi per vederli per qualche secondo siamo costretti a passare per i boschi di notte, spegnere la macchina e … sperare. Dopo Nara è stata la volta di Osaka, una città indubbiamente molto più viva e movimentata ma che, da un certo punto di vista, mostra l’altra faccia del Giappone, quello “caciaro”, un po’ sporco, con barboni che girano per strada, vecchi grattaceli e parchi di divertimenti ormai chiusi. Nella guida leggiamo che dopo l’ascesa di Tokyo anche come porto, Osaka è stata un po’ abbandonata dalle grandi multinazionali e dalle grandi imprese… E’ un senso di abbandono che un po’ si respira anche per strada. L’esperienza comunque più mistica che si possa fare qui è quella culinaria e noi non potevamo farci mancare un okonomyaki (frittata con verdure e ingredienti a scelta come granchio o maiale) nel posto in cui lo hanno inventato! Come direbbe Giulio “spe-cia-le!”.
 
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